25 ottobre 2007

Luca Romagnoli leader della destra radicale


Qui Strasburgo: "Il Cavaliere affida al leader della Fiamma Tricolore Luca Romagnoli il compito di aggregare tutto ciò che si trova alla destra di Alleanza Nazionale e di coinvogliarlo nel Polo." Il Cavaliere affida al leader della Fiamma Tricolore Romagnoli il compito di aggregare tutto ciò che si trova alla destra di Alleanza nazionale e di convogliarlo nel Polo. Berlusconi sfida il Colle: “Al voto”Silvio tira dritto: “Con questa sinistra accordo impossibile, il governo lasci e si vada alle urne”Dialogo? Tempo scaduto. Silvio Berlusconi rispedisce al mittente l’invito del Quirinale. “Con questa sinistra”, fa sapere il Cavaliere, “non c’è modo e spazio per collaborare sulle riforme”. L’agenda di Forza Italia non cambia, dunque. Neanche dopo l’ultimo appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Berlusconi ha un chiodo fisso: le elezioni. Che nelle previsioni dell’ex presidente del Consiglio, arriveranno in primavera. A Costituzione invariata. E senza modifiche sostanziali alla legge elettorale vigente. “Dopo un anno e mezzo di governo”, fa sapere il leader dell’opposizione, “l’unica strada possibile è che il governo dia le dimissioni e che si ritorni alle urne per sentire i cittadini”. QUI STRASBURGO Sono concetti che il Cavaliere ha ripetuto al telefono, anche al segretario della Fiamma Tricolore Romagnoli. “Caro Luca”, ha esordito una voce particolarmente tonica dall’altro capo dell’apparecchio, “preparati: il 17 novembre festeggeremo la caduta del governo Prodi”. Altro che dialogo istituzionale: l’attività principale del leader della Casa della Libertà, in queste ore, è quella di comporre il mosaico della coalizione. Tentando di allargare il più possibile la base elettorale del centrodestra. Per esempio ieri, a Strasburgo, Berlusconi ha creato le condizioni per l’ingresso della Fiamma Tricolore nella costituenda federazione del polo. Non personalmente ma per interposta persona. E’ stato il capogruppo azzurro al parlamento europeo Antonio Tajani ad agganciare il segretario della Fiamma mentre era nello studio di Umberto Bossi. Risultato? Romagnoli sarà in piazza, con Forza italia, il 17 novembre per “celebrare” la fine, annunciata per certa negli auspici berlusconiani, dell’esecutivo di Romano Prodi. Nel frattempo i due, Berlusconi e Romagnoli, si vedranno nei prossimi giorni per definire ulteriori elementi dell’accordo. Pare, infatti, che il Cavaliere voglia affidare al leader della Fiamma la missione, difficilissima per la verità, di mettere insieme tutto ciò che c’è alla destra di Alleanza nazionale. In un primo momento, Berlusconi aveva sperato in Francesco Storace. Ma l’eccessiva vis polemica del segretario della destra, specie nella lite ingaggiata col Quirinale, avrebbe convinto l’ex premier a cambiare cavallo in corsa. Quella di Romagnoli non è l’unica adesione alla mobilitazione nazionale di Forza Italia. Pure Alessandra Mussolini, dopo la partecipazione al corteo di An, annuncia che il suo partito, Azione sociale, aderirà anche alla piazza berlusconiana di metà novembre. L’evento sarà l’inizio della campagna elettorale azzurra. Ecco spiegato anche l’atteggiamento dei deputati di Forza Italia sul testo delle riforme costituzionali in calendario fiono a ieri alla Camera. Gli azzurri hanno chiuso la porta a qualsiasi forma di dialogo con la sinistra facendo ostruzionismo. E costringendo la maggioranza a rinviare l’esame a novembre.La chiusura netta al dialogo da parte dei forzisti ha attirato le critiche del centrosinistra. Ovviamente. Quello di Berlusconi, contesta il vice premier Francesco Rutelli, “è un atteggiamento distruttivo”. Stesso disappunto arriva da Palazzo Chigi: “Le parole di Napolitano”, si legge in una nota diramata dalla presidenza del Consiglio, “dovrebbero trovare il consenso di tutti e ci dispiace che ciò non avvenga”. Non solo. Gli uomini di Prodi colgono l’occasione per contestare a Berlusconi anche l’incontro avuto ad Arcore con gli ispettori del Bureaux international d’exposition, chiamati a decidere se scegliere Milano quale sede dell’Expo 2015: “Un esperto di marketing come Berlusconi sa che è un errore mostrare un’immagine di disunità del Paese, come è accaduto ieri (martedì, ndr) sventolando sondaggi di scarsa credibilità”, è il commneto piccato dela velina governativa. PIER NON CI STA Ma il Cavaliere va avanti per la sua strada. Anche se non riesce ad ottenere l’unanimità nella coalizione. Pier Ferdinando Casini, per esempio, non vuole far cadere nel vuoto l’invito del Quirinale. Ieri il leader dell’Udc ha incontrato alla camera l’ambasciatore berlusconiano Gianni Letta. “Gli ho solo fatto gli auguri per il matrimonio”, sìè schermito l’ex sottosgretario alla Presidenza. In realtà, i due hanno parlato di riforme. Senza trovare punti di contatto. Casini è rimasto della sua idea, infatti. Non a caso, il segretario centrista Lorenzo Cesa ha poi dichiarato alle agenzie l’intenzione del partito di non lasciare cadere nel vuoto l’appello del Quirinale: “Le preoccupazioni del capo dello Stato sono le nostre. In una fase così confusa le parole di Napolitano vanno ascoltate con rispetto e attenzione anche da parte di chi, come noi, si oppone con forza in Parlamento e nel Paese al governo Prodi”. La linea Berlusconi, insomma, non convince Casini. Che tiene aperta la porta del dialogo. Articolo di Salvatore Dama (fonte MSFT)

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